Cinema e teatro
La Memoria e la consapevolezza
Nancy Velardita

"Il giudice e il boss”: il convincente tributo di Pasquale Scimeca alla memoria del giudice Terranova

Foto cover: da sinistra, Lenin Mancuso e Cesare Terranova

Il giudice e il boss è un film del regista Pasquale Scimeca, prodotto da Arbash e in collaborazione con RAI Cinema, già presentato con grande successo al Taormina Film Festival 2024.  Vi è la volontà di onorare la memoria del giudice Cesare Terranova  (il cui ruolo è interpretato dal versatile Gaetano Bruno), che spese la vita nella lotta alla mafia, coadiuvato, a Palermo, dal prezioso maresciallo di polizia, capo della sua scorta, Lenin Mancuso (il volto rassicurante e familiare di Peppino Mazzotta, l’ispettore Fazio de “Il commissario Montalbano”).  Due eroi del quotidiano, assassinati in un agguato mafioso il 25 settembre 1979, ambedue medaglia d'oro al valor civile.

 Scimeca non è nuovo ai film di impegno civile e presenta  un personaggio che, per levatura morale e coraggio, si ricollega a Placido Rizzotto, il contadino sindacalista ucciso dalla mafia nel 1948, al quale il regista, nel 2000, aveva dedicato una pellicola di grande successo.  “Il giudice e il boss” è un Biopic documento che  racconta la vita privata e la dura esperienza lavorativa del magistrato in una realtà di solitudine e di lotta quotidiana.  Emerge un vero e proprio affresco antropologico  dell'Italia nel periodo che si snoda dalla miseria del secondo dopoguerra, con la strage a luci e ombre di Portella della Ginestra e la figura del bandito Giuliano, fino agli “anni di piombo” e dell' Anonima sequestri. Viene mostrato il diversificarsi e il ramificarsi del cancro mafioso “ab origine” dalla campagna, dai campieri e dai “signori dell'acqua”,  fino all’approdo in America, nella Svizzera delle banche, nella Milano della droga, dei palazzinari e delle estorsioni.  Terranova ebbe il merito di cogliere le specificità del fenomeno mafioso e di puntare i riflettori sulla “escalation” dei "viddani"  di Corleone, sanguinari, rozzi e spietati, che si appropriarono di Palermo e ne marcarono  il territorio nella cosiddetta "stagione stragista", attraverso il consolidarsi verticistico della Cupola e i legami con la politica rappresentata da Vito Ciancimino.  Un' antifrastica  “Trinità" costituita  dall'intrecciarsi di mafia, massoneria e politica.

Cesare Terranova fu il primo a comprendere la pericolosa avanzata di Liggio, Riina, Bagarella e Provenzano, e fu il pioniere  di un approccio nuovo, sistemico, con una metodologia di indagine che avrebbe passato il testimone a Falcone a Borsellino (che nel film vengono anche citati) per culminare nella istituzione del Maxi processo.  Nel 1969 si tenne a Bari il primo processo di mafia e quella fu una tappa miliare dell'operato del giudice.

Alla sbarra erano presenti 64 imputati tra cui i temutissimi Luciano Leggio (chiamato Liggio per un banale errore di trascrizione), Salvatore Riina, Calogero Bagarella, Bernardo Provenzano. Preziosa fu per il giudice la testimonianza del pentito Cianuzzo Raia (convincente l'interpretazione di Marco Gambino).  Gregario di criminali, autista e testimone di faide e omicidi, sfidò  Luciano Leggio e fece i conti con il suo passato. Leggio  è l’antieroe a tinte fosche, ben interpretato da Claudio Castrogiovanni.

Quella volta i sanguinari furono assolti, ma Terranova perseverò nella sua  battaglia fino a quando, il 25 settembre del 1979, lui e Lenin Mancuso vennero trucidati.

Scimeca  racconta anche  la vita privata del giudice Terranova, un uomo votato al dovere, con accanto una moglie colta, raffinata, schiva, che dopo la morte del marito mise da parte la propria timidezza e divenne un’ attivista nella lotta alle mafie.  Il film inizia con un’immagine cupa, ma trova il suo epilogo in una visione di speranza. Il regista, dimostrando grande sensibilità e acume, evita di mostrare  il sangue, i cadaveri per terra e ciò che un certo pubblico si aspetterebbe.

Se si piantano i semi del buon esempio e del bene, non abbandonando la speranza, il cambiamento e il miglioramento saranno realizzabili.

 Il sole deve splendere sempre.

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